Il centimetro della vergogna: l'ossessione dei motociclisti

Quando si parla di motociclismo, ci si imbatte spesso in un termine che fonde insieme abilità, passione e un pizzico di competizione: il “centimetro della vergogna”.

Quest’espressione, nata casualmente tra le chiacchiere di bar e le discussioni appassionate dopo una giornata di curve, è diventata un vero e proprio status symbol tra gli amanti delle due ruote.

Ma cos’è esattamente il “centimetro della vergogna”?

Per comprenderlo, bisogna immergersi nel mondo dei motociclisti e nella loro incessante ricerca della perfezione su strada.

Si tratta di quella piccola porzione di pneumatico, vicino al bordo, che rimane inutilizzata e quindi non usurata.

Essa “vergognosamente” testimonia che il motociclista in questione non ha spinto la sua moto fino ai limiti, evitando di inclinarla completamente nelle curve.

La storia di un detto

La storia del centimetro della vergogna è tanto affascinante quanto informale.

Si racconta che anni fa, in un anonimo bar frequentato da motociclisti, un gruppo di amici abbia iniziato a confrontarsi sulle proprie prestazioni su strada.

Osservando le proprie moto parcheggiate all’esterno, uno di loro notò la presenza di questa orlatura immacolata sul bordo degli pneumatici.

Da quel momento in poi, il “centimetro della vergogna” divenne un indicatore di coraggio e abilità.

Quella che sembra una semplice osservazione, però, si è evoluta in una vera e propria ossessione per molti motociclisti.

Questo perché la cultura motociclistica spesso si fonda sulla capacità di spingersi al limite e sulla competizione, anche amichevole, con i propri pari.

Di conseguenza, molti riders vedono nella riduzione o eliminazione di questo centimetro una dimostrazione tangibile del proprio spirito audace e una conferma della propria bravura.

Le gomme incidono sul centimetro della vergogna?

Per capire meglio il fenomeno, è essenziale parlare delle differenze tra le varie mescole di pneumatici che si possono trovare oggi sul mercato.

Le gomme da moto sono sostanzialmente divise in categorie a seconda del loro utilizzo: touring, sportive, racing e off-road, tra le altre.

  1. Gomme Touring: progettate per garantire comfort, durata e prestazioni equilibrate in diverse condizioni climatiche. Hanno di solito una mescola più dura al centro per resistere meglio ai lunghi chilometraggi autostradali, con spalle più morbide per offrire grip nelle curve.
  2. Gomme Sportive: ottimizzate per prestazioni elevate su strada e in pista, hanno mescole più morbide che garantiscono un eccellente grip ma si usurano più velocemente. Sono ideali per chi desidera ottenere il massimo dalla propria moto in termini di handling e inclinazione in curva.
  3. Gomme Racing: utilizzate principalmente in pista, queste gomme hanno mescole estremamente morbide che richiedono temperature elevate per funzionare al meglio. Forniscono il massimo grip possibile ma hanno una vita utile molto limitata e non sono adatte all’uso stradale.
  4. Gomme Off-road: progettate per l’uso su terreni non asfaltati, hanno un disegno del battistrada aggressivo e mescole studiate per affrontare fango, sabbia e rocce. Sono resistenti e capaci di adattarsi a un’ampia varietà di superfici.

Ogni tipo di pneumatico è un compromesso tra diverse esigenze: durata, aderenza, tempo di riscaldamento e capacità di evacuazione dell’acqua.

Per questo motivo, la scelta delle gomme giuste è fondamentale per ogni motociclista e può influenzare significativamente la presenza o meno del famigerato “centimetro della vergogna”.

Il centimetro della vergogna non è solo una questione di gomme o di abilità nel piegare la moto.

È un simbolo, un mito, che incarna lo spirito di chi vive per la strada e per le curve.

Nel tempo, è diventato parte della cultura motociclistica, muovendo i riders a sfidare se stessi e a cercare sempre un viaggio più emozionante.

Da un semplice detto da bar a un indicatore di status, il centimetro della vergogna rimarrà per molti un obiettivo da raggiungere e, per altri, un monito a non smettere mai di migliorarsi.

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